Etoile de Bessèges 2025, Benjamin Thomas racconta le discussioni con gli organizzatori: “Io sono ripartito perché altrimenti la corsa rischia di sparire, ma bisogna cambiare qualcosa”
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Benjamin Thomas dice la sua su quello che è accaduto all’Etoile de Bessèges 2025. Al termine della terza tappa della corsa francese, portata a termine da soli 78 corridori dopo le proteste a seguito del secondo incidente in altrettanti giorni di gara che ha visto una macchina estranea alla carovana trovarsi sul percorso mettendo a rischio l’incolumità dei corridori, il portacolori della Cofidis è stato intervistato da L’Equipe e ha raccontato quello che è avvenuto durante la protesta dei corridori nella fase iniziale della gara. Thomas, infatti, è stato uno dei tre rappresentanti dei corridori insieme a Dries De Bondt e Oier Lazkano a discutere con gli organizzatori, ed è stato anche l’unico dei tre a riprendere la corsa.
“Ero nelle prime posizioni del gruppo – spiega il francese – Rispetto a ieri la macchina procedeva molto lentamente e nella stessa direzione della corsa. Ad un certo punto ha girato a sinistra e ha tagliato la strada al gruppo. Alcuni sono stati costretti ad inchiodare il che può essere molto pericoloso con la strada bagnata. La fuga era appena partita e non c’era nessuna copertura da parte della polizia tra i corridori in testa e il gruppo. Ci siamo fermati perché il patto che avevamo con gli organizzatori dopo il primo incidente per avere più sicurezza non era stato rispettato. Alcuni corridori non volevano continuare. Io mi sono detto che alla fine era un’incidente di gara che non dovrebbe succedere ma che ero sicuro che se fossimo ripartiti non sarebbe più successo. Io sarei ripartito, ma eravamo in tre e Dries e Oier non volevano ripartire. Ho poi parlato anche con la mia squadra che mi ha detto di ripartire, e poi ho pensato agli organizzatori. Se non gareggiamo, l’Etoile de Bessèges sparirà“.
Pur non avendo deciso di lasciare la gara, Thomas critica fortemente gli organizzatori, ammettendo che si è trattato di episodi sfortunati ma sottolineando come serva un impegno maggiore per evitare questo tipo di incidenti: “Ci deve essere una maggiore consapevolezza da parte degli organizzatori per quello che riguarda la sicurezza. Non possono più succedere cose come ieri e oggi, bisogna cambiare qualcosa. Non so se servono circuiti chiusi, oppure nastri e barriere per chiudere gli incroci minori in cui non ci sono persone. Almeno la gente saprebbe che c’è una corsa, altrimenti escono per comprare il pane e poi succede come oggi. Siamo stati fortunati che non ci siano stati incidenti seri”.
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